venerdì 12 gennaio 2007

DUE LUOGHI COMUNI SULL’HARD E UNO SULLO SNOWBOARD

1) "La tavola da pista è troppo difficile." Vero, imparare ad andare discretamente su attrezzatura da pista richiede un certo impegno, mentre dopo poche ore tutti sono più o meno in grado di stare in piedi su una tavola da freestyle. Stare in piedi è poi la condizione che molti di loro passeranno non per qualche ora, ma per qualche anno. E questo si spiega esattamente con l'impegno di cui sopra. Controllo, velocità e conduzione in pista (senza dimenticare bellezza estetica del gesto) si ottengono con attrezzature adatte ad essa (la pista). Certo, come tutte le cose belle l’hard richiede una certa pazienza e dedizione all'inizio. Ma per chi è appassionato o non si accontenta di "stare in piedi", questo non può essere un limite. Anzi.
2) "Il freestyle è più divertente." Apparentemente vero. A patto di sapere fare con disinvoltura un Japan Air sul mezzo tubo o un 1440 dalla rampa. Per tutti quelli che invece queste cose le vedono prevalentemente in TV, i tratti in discesa frenata backside e le pause da seduti impegnano molto più tempo che non lo switch 720. Il che ci porta dritti al terzo luogo comune.
3) "Gli snowboarder sono di intralcio agli sciatori." Vecchia e annosa diatriba, figlia della ben nota e singolare situazione: solo il 2% delle tavole è da pista, eppure tutti gli snowboard passano il 98% del loro tempo in pista. Visto dalla prospettiva di un carver, l'intralcio, l'accampamento lungo pista o la discesa "al traverso" sembrerebbero più che altro dovuti al fatto che i nostri cugini freestylers non hanno ... tavole e scarponi hard ...:-)

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Sacrosanta verita', saggie parole... nn mi vengono altre definizioni riguardo a questo intervento.....

Ben venga l' "idea".... W i Carvers, M i "Derapers" o come li vogliamo battezzare?

Alla fine i grandi del freestyle sono passati o passano anche x esperienze su tavole da pista, xche' e' con queste che si impara a condurre, soprattutto in back....

textman ha detto...

Certo che noi Carvers non siamo obiettivi. Vorremmo fare proseliti e che tutti gli snowboarder del mondo facessero Carving. :-) Anche senza arrivare a tanto, l'importante è che anche in Italia si venga a sapere dell'esistenza di questa meravigliosa disciplina (cultura?) di discesa su tavola da pista. A presto!

Anonimo ha detto...

Premetto ke sono tutte opinioni personali,detto questo:
1)sicuramente più difficile imparare i movimenti base, proprio x quello può dare mooolta più soddisfazione...

2)senza una decente preparazione atletica e parecchi sacrifici condurre una tavola da slalom può essere parecchio complesso tanto da "annullare" il divertimento... pur rimanendo legato al carve-style
sono convinto ke l'ideale sarebbe destreggiarsi con entrambi i generi,anche x annullare le annose diatribe...

3)su questo punto non riesco ad essere "diplomatico": recentemente sono stato asfaltato da uno sciatore senza nemmeno mezza scusa...è il 4° ke mi centra da fermo a bordo pista mentre aspetto ke sfoltisca il "traffico"...d'intralcio è solo la gente con le sinapsi difettose,quello ke hanno attakkato ai piedi conta poco...c'è gente ke nemmeno in ciabatte dovrebbe girare x i monti...

accetto ogni disaccordo,anche se di solito apprezzo di più ki è d'accordo con me! ;-)

textman ha detto...

Grazie Danko

la sekka ha detto...

vado in snow da circa 6 anni.
io ho iniziato direttamente cn carv, ora anke slalom. il primo anno oltre allo skipass avevo fatto un abbonamento anke cn l'ambulanza ke m portava al prontosoccorso!!
vabbè, mai nulla d troppo serio, xò c sn finita spessissimo al p.s.
ammetto ke x una donna è ancora + faticoso, infa in tutti sti anni ho incontrato solo un'altra ragazza cn la tavola da carv.
dopo qualke anno ho provato col freest, non xkè m piacesse, ma solo x poter rispondere ai rompiscatole. infa nn m è piaciuto. ma lo posso dire solo adesso ke ho provato. e inviterei tutti i sapientoni a fare altrettanto prima d parlare...

textman ha detto...

Complimenti per la tenacia, Sekka.

Anonimo ha detto...

Ciao,faccio snow da tre anni vado molto bene ma questo carving mi piace. Però non sò nulla nè dei costi, nè della lunghezza della tavola nè dell'eventuale difficoltà ecc. In neve fresca e fuori pista vanno maluccio? ciao e grazie

textman ha detto...

Ciao Consigliere,

per l'attrezzatura guarda qui a fianco e c'è più o meno tutto. In neve fresca è questione di capacità. Da freestyler il primo problema non è la neve fresca ma governare con scarponi rigidi e tavole più lunghe, rigide e strette di quelle da freeride-freestyle.

Welcome on board è il caso di dire

Anonimo ha detto...

Salve a tutti! vado in snow dal 1990 e a quei tempi era già un miracolo che gli altri capissero cosa avessi attaccato ai piedi. Altro che freestyle, le tavole erano tutte degli sci più larghi e più corti con punta e coda tagliata, poco sciancrati ma simili ai carving e gli scarponi erano quelli da sci con tutti i loro difetti di assetto. Ho cominciato perchè dopo aver sciato per trentanni, aver fatto gare, sci estremo ecc., mi ero scocciato ed annoiato di sciare in pista, così quando è apparso il primo burton a coda di rondine, con un mio amico me ne sono procurato uno e ho ricominciato da capo... Un pezzo di legno rigido ingestibile che non curvava nemmeno mettendoci ruote e sterzo. Ora sono orgogliosamente uno dei pochi in centro italia che usa tavole da carving e quando scendo, "scusate l'immodestia", tutti i FreeFrener (Hi Hi! visto che frenano ad ogni curva possiamo chiamarli cosi no? non me ne vogliano i FS scherzo è?) mi seguono con lo sguardo pieno di invidia mentre lascio incisa la pista sventagliandoli di neve e strusciando la spalla al suolo... "scusate il peccato veniale", ma quando poi li incontro al rifugio, ce ne fosse uno che mi dice che il freestyle è più divertente del carving! Certo che ci sono anche alcuni freestyler molto bravi e che al mio pari si divertono un mondo con salti e grabbate, e alcune volte mi fermo a guardarli che è un piacere e a quelli delle chiacchiere frega poco. Quindi io penso che a parlare siamo tutti bravi ma poi quello che contano sono i fatti, ed è un fatto che almeno per me, passare dalla noia dello sci alpino allo snowboard è stato una rivelazione, linfa nuova, divertimento, adrenalina e passione rinnovata. E non lo faccio per gli altri o per quello che diranno, lo faccio per me e sono sicuro che se un giorno proverò il freestyle, mi divertirò di nuovo ad imparare da zero.
Con questo volevo solo dire che per me non è importante cosa faccio, ma le emozioni e le sensazioni che provo... e credo che alla fine tutti noi siamo d'accordo che se queste sensazioni ci arriveranno da una discesa con lo snow quale che sia o con la MTB pittosto che con il paracadute non sia importante.
In fondo i FreeFrener quando sono seduti ad aspettare a bordo pista stanno avendo la loro dose di sensazioni provocate dall'indecisione se scendere o mettere radici lì fino al disgelo... ovviamente ognuno di noi ha le sue capacità tecniche e un muro da superare più o meno alto, con dubbi ed incertezze totalmente umani. Non mi sento di condannarli quindi anche se ci scherzo un pò su, anzi spero che per qualcuno sia stato lo stimolo a migliorarsi.
Spero abbiate capito lo spirito di queste parole.
Vi aspetto ad Ovindoli o a Roccaraso!

Bella!

Roberto - Roma

Nekko ha detto...

Grazie Roberto, e speriamo di vederci presto...

Anonimo ha detto...

Ahimè l'età media di noi carvers è altina, io, diciannovenne, scendo da anni (5, ormai) con tavola hard ai piedi e suscito sia profonde espressioni tipo "bava alla bocca" che insulti da parte dei "cugini" FreeFrener che lamentano solchi sulle piste e impediscono loro le enormi "spazzolate" in back.
Più di una volta mi è capitato di vedere ragazzi, perlopiù trentenni, che iniziavano l'esperienza rideristica e, stupiti da una tavola "con degli scarponi da sci attaccati sopra" (un 35 che, a sentir ciò che diceva, faceva snow da 7 anni, FF logicamente), mi domandavano quale fosse la differenza tra il nostro e il loro "mezzo".
Ragazzi che incontri in seggiovia e magari, arrivati in cima, ti chiedono:-ma...come si fa a curvare? Perchè io vado giù in back!-
Tu, paziente, gli insegni a ruotare il busto ed a non aver paura di buttarsi in interno curva. Poi, visto che molti di loro sono svegli ed imparano in fretta, li lasci e parti facendo le tue belle serpentine a gomito a terra.
Li ritrovi a fine pista e li vedi che fremono per chiederti qualcosa. Allora li ascolti. E loro, dopo averti chiesto come cappero fai a fare delle curve tali, gettano la spugna e la brama di seguirti nel carving dopo la frase:-Farle non è difficile, ma devi mettere in conto di provare almeno una volta con un maestro o con qualcuno che lo fa da anni, e sicuramente sarà un pelo più difficile che andare giù con il soft!-
Ti guardano inpietrito! Lì capisci che la voglia di impegnarsi non c'è proprio!
Allora sì dico:-Ma i giovani di oggi davvero non hanno voglia di far bene! Nemmeno per divertirsi mettono un minimo di impegno!!!

A questo punto, VIVA i pochi, ma buoni, HARDISTI!!!